Mixed media – 2021
pastels and transfer on xuan paper with golden foil dots (22 x 31 cm)
Chéirōn invita a leggere un’enigma e si propone come un’apparizione. L’opera è l’assunzione e rielaborazione di un segno immaginale che incrocia il mito, la scoperta storica di un corpo celeste e il simbolo-archetipo che in astrologia e psicologia equivale alla cura del sè, alla ferita sanata possibile solo dopo aver appreso e compreso. Centauro divenuto costellazione o asteroide-cometa che brilla, la sintesi del glifo proposta nel disegno prende una forma vegetale sospesa che emerge da uno sfondo privo di colore, frammento di un paesaggio impresso nella carta come evento della storia e del destino umano. L’opera, nata come parte di un progetto nei sotterranei di Villa Davia, luogo di prigionia, rappresentava, nel contesto, la tappa conclusiva del percorso performativo di interazione con il pubblico, consegnandosi come momento individuale nell’aura luminosa di una saletta a sè stante. La valenza taumaturgica del “vedere” nel senso dell’assumere dentro di sè la comprensione per attivare il processo di metamorfosi è la metafora presente nel lavoro, nonché il conferire proprio all’arte tale funzione catartica.